Un utile di 4,5 milioni di euro ChiantiBanca torna a volare

Bilancio molto positivo per l'istituto di credito di San Casciano. La soddisfazione del direttore generale Mauro Focardi Olmi.

Un utile di 4,5 milioni di euro ChiantiBanca torna a volare
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Un utile superiore ai 4 milioni e mezzo di euro nonostante operazioni onerose come la sostanziale riduzione del portafoglio deteriorato e l’incremento delle percentuali di copertura degli Npl (Non performing loans, meglio conosciuti come crediti deteriorati). E' stato decisamente un anno positivo il 2018 di ChiantiBanca, come si può facilmente capire dalla relazione che il direttore generale Mauro Focardi Olmi (nella foto in alto, a sinistra, con il presidente Cristiano Iacopozzi).

Migliorata anche la percezione

«A prescindere dai risultati raggiunti nell’esercizio appena concluso – ha spiegato il dg - siamo molto contenti di come sia migliorata la percezione nei nostri confronti sia nei territori dove operiamo che più in generale dal contesto esterno, e questo ad appena due anni da “quel” marzo 2017. Questa ritrovata fiducia nei confronti di ChiantiBanca, oltre ovviamente a gratificarci, crediamo significhi che la strada intrapresa, attraverso una serie di cambiamenti, alcuni dei quali anche difficili, sia quella giusta e ci motiva a fare ancora meglio per il futuro».

L'utile raddoppia

Poi i numeri, che confermano e migliorano le anticipazioni fornite in assemblea il 16 dicembre scorso. «ChiantiBanca – ha precisato Focardi Olmi – nel 2018 ha conseguito un utile netto di esercizio che supera i 4,5 milioni di euro, oltre il doppio dell’anno precedente e ben al di sopra del budget previsto. E' importante aggiungere che questo utile è stato conseguito nonostante siano state portate a termine una serie di operazioni virtuose per rafforzare gli indicatori della banca ma indubbiamente onerose dal punto di vista economico. Tra le più significative si evidenziano la riduzione del portafoglio deteriorato, l’incremento delle percentuali di copertura degli Npl e l’accesso al fondo esodi di alcuni dipendenti. L’abbattimento di quasi un terzo del portafoglio deteriorato, con una diminuzione in valore assoluto di oltre 200 milioni, è stato ottenuto attraverso la cessione di 180 milioni di sofferenze – in prevalenza ipotecarie – e con un’azione di recupero per oltre 50 milioni, in parte vanificato da ulteriori ingressi nel portafoglio Npl di nuove posizioni per 30 milioni. Le coperture del portafoglio creditizio sono cresciute rispetto al passato esercizio posizionandosi al 59,6% per le sofferenze, al 31,1 % per le inadempienze probabili e al 15,4% per i past due in confronto rispettivamente al 58,0%, 27,4% e 8,3% del 31dicembre 2017. Gli indici di solidità patrimoniale, nonostante l’entrata in vigore del più rigoroso principio contabile IFRS9, sono migliorati portandosi all’11,45% di CET1 e al 14,00% di TCR contro rispettivamente all’11,10% e 13,60% di fine 2017 calcolati con i vecchi principi contabili».

Positive anche le notizie relative alla raccolta complessiva, che ha invertito la tendenza dello scorso anno tornando a crescere, con un incremento dell’1,2%.

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